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Analisi del processo terapeutico in psicoterapia e verifica dei risultati. Uno studio secondo il Modello del Neo-Funzionalismo

Notiziario-Psicologi-Giugno-2016Sono lieta di condividere con chi segue il mio sito, con amici, colleghi e allievi che è stato pubblicato dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia un mio lavoro scientifico che riguarda l’Analisi del processo terapeutico in psicoterapia e verifica dei risultati secondo il Modello del Neo-Funzionalismo.

E’ possible scaricare dal sito dell’ordine il Pdf e leggere l’articolo dalla pagina 138 alla 146
oppure leggere l’intero articolo qui di seguito.

 

Analisi del processo terapeutico in psicoterapia e verifica dei risultati.

Uno studio secondo il Modello del Neo-Funzionalismo

Autore: Dott.ssa Rosa Iannone Psicologa-Psicoterapeuta Funzionale

 

Il Modello Funzionale da oltre 40 anni è impegnato in studi e ricerche sull’analisi del processo terapeutico, la verifica dei risultati in Psicoterapia e le Regolarità nel processo terapeutico

Nella convinzione che la psicologia clinica possa essere una scienza ponendosi il problema della verifica dei risultati.

Non si può scegliere la strada dell’isolamento, del rifiuto della scientificità, ignorando il discorso della verifica, sia all’interno della psicoterapia sia nel confronto con altre discipline contigue. Non è scientifico accettare l’ipotesi che la terapia funzioni solo in virtù dell’effetto placebo o grazie alla sola empatia o in misura non più rilevante delle remissioni spontanee dei sintomi. Bisogna provare a smentire tali dubbi e verificare le ipotesi. Pertanto il Neo Funzionalismo muove le sue osservazioni e studi in tale direzione ed ha come obiettivo centrale osservare e studiare l’iter dei processi di terapia. Nel corso degli anni attraverso lo studio dell’andamento e dei risultati dei casi clinici si sono individuati due ordini di costituenti comuni a tutte le terapie: da un lato ha evidenziato come in tutti i protocolli di terapia, di terapeuti diversi all’interno del modello, si possono evidenziare l’esistenza di eventi ripetibili, costanti, comunicabili scientificamente, definiti regolarità e Fasi della terapia e, da qui, ha formulato in senso teorico e operativo il progetto terapeutico.

Quindi, Fasi della terapia e Regolarità del processo terapeutico sono diventati fattori di ricerca, di studio ed elementi basilari del modello teorico e dello svolgimento dell’iter terapeutico.

Cioè, per cercare di rendere chiaro e sintetico il discorso fin qui elaborato, la presa in carico di una terapia parte da una precisa diagnosi, basata sui Funzionamenti di Fondo della persona e dalla formulazione del progetto terapeutico specifico per quella persona, progetto che si formula secondo fasi che evolvono nel tempo in base ad eventi, regolarità, che si presentano in una determinata fase dell’iter e che al loro comparire rimandano al terapeuta un feedback del suo agire terapeutico.

Prima di esemplificare quanto detto con uno studio dell’autore, Rosa Iannone, con la supervisione del Prof. Luciano Rispoli, ideatore e fondatore del Modello Funzionale, si procede con alcune considerazioni di ordine generale, utili per addentrarci nello specifico dello studio condotto.

1.Panoramica storica sulla scientificità della psicoterapia e la questione della complessità

Il dibattito sulla “scientificità” in psicoterapia si pone all’attenzione dei ricercatori, i temi su cui si basa la discussione sono la verifica dei risultati e degli effetti in psicoterapia.

Largamente condiviso il punto di vista che considera la relazione concetto fondante ed oggetto principale della psicologia clinica. La relazione tra paziente e terapeuta, nell’insieme di elementi passati e presenti che la costituiscono, è al tempo stesso campo di indagine e strumento attraverso cui avviene il cambiamento.

Tutto ciò ha comportato difficoltà nel generare teorie e tecniche di intervento.

Su queste difficoltà si sono originati punti di vista controversi sfociati in contrapposizioni tra soggettivismo e oggettivismo, tra sperimentalisti e sostenitori del metodo clinico descrittivo. I tentativi compiuti per chiarire un tema così rilevante e delicato stanno producendo un avvicinamento dei due schieramenti.

La posizione ermeneutica, incentrata sull’analisi del rapporto interprete/testo evidenzia che ogni vicenda terapeutica è una storia unica ed irripetibile che va studiata in rapporto sia alla soggettività del terapeuta sia alla teoria/modello. (Battacchi 1986, Carli 1986, Napolitani 1986).

L’epistemologia psicologico-clinica deve poter considerare la compresenza sia di un approccio di tipo “galileiano” (quantità, astrattezza, ripetibilità, ecc.) sia di un approccio “darwiniano” (qualità, contingenza, irripetibilità), (Napolitani 1986).

Per studiare un’esperienza dal vivo, unica ed irripetibile come la relazione terapeutica, non è scontato che si debba usare solo il “metodo storico”, cioè di analisi dell’accaduto solo all’interno della soggettività del terapeuta. L’oggetto della ricerca, il paziente e la sua relazione con il terapeuta, esistono anche al di fuori della soggettività dei due.

Se è vero che i dati di quanto accade in terapia vanno strettamente legati al contesto della relazione (con le sue parti antiche e attuali), se è vero che la loro analisi deve essere condotta rispetto al significato che i dati assumono per terapeuta e paziente, questo non vuol dire che tale significato non possa essere colto e condiviso anche da un osservatore esterno.

La posizione di Grünbaum (1984) è sulla necessità che anche nelle scienze umane ci si debba basare su dati rilevabili dall’esterno del fenomeno, nel tentativo di accorciare le distanze tra scienze umane e scienze fisiche.

Preoccuparsi in psicologia clinica che l’osservatore incida sulla realtà osservata è fuorviante. L’effetto della presenza dell’osservatore-terapeuta non è un disturbo ma è ciò che ci si propone di ottenere: far sì che la presenza e l’azione del terapeuta portino a dei cambiamenti nel paziente.

Il focus si sposta sul cercare di capire e di verificare in che modo si producano e operino questi effetti e se agiscono nella direzione desiderata.

I pazienti hanno miglioramenti sostanziali e ben verificabili e non solo per effetto della speranza e della fiducia.

Da più parti si insiste sulla necessità di prendere in considerazione il problema della complessità in psicoterapia: risulta indispensabile per la conoscenza non solo la descrizione dell’oggetto ma anche la descrizione della descrizione (Morin 1983).

La psicoterapia Funzionale ha il suo assioma sull’unitarietà dell’organismo e pertanto agisce sui molteplici piani del Sé, agisce non solo sul funzionamento del piano cognitivo-simbolico ma anche sugli altri livelli.

Accettare la teoria della complessità non significa rinunciare all’indagine delle variabili in gioco e limitarsi a una visione qualitativa e soggettivistica dei fenomeni ma nemmeno ricorrere all’esperimento classico da laboratorio, all’isolamento delle variabili, né è necessario far ricorso unicamente a metodi statistici di tipo probabilistico (Di Nuovo 1992).

2.L’ottica Funzionale

È possibile considerare sperimentali le condizioni in cui si svolgono i trattamenti terapeutici e valutare gli effetti ottenuti definendo bene gli effetti attesi e il modello teorico di riferimento.

Tale è una possibilità di ricerca qualitativo-quantitativa e anche di dati sia soggettivi che oggettivi.

Si possono leggere gli accadimenti soggettivi e irripetibili di una relazione terapeutica anche attraverso dati oggettivi e condivisibili non legati al solo mondo interno del terapeuta o della coppia terapeuta-paziente.

Ad esempio una persona può ritenere che una certa arcaica paura sia ormai superata ma se il battito cardiaco resta accelerato è un fatto incontestabile che sul piano emotivo la paura perduri mentre non è presente sul piano razionale. È osservazione soggettiva che quel paziente abbia un battito più frequente del normale, segno di uno stato di allarme che continua a persistere anche se inconsapevolmente. Pertanto, una modificazione del battito cardiaco come effetto della terapia si può considerare in relazione ad un cambiamento dello stato di paura verso una condizione di tranquillità del paziente. Il problema della compresenza di dati soggettivi ed oggettivi si può bypassare se si fa ricorso a piani di lettura diversi, distinguendo il contenuto, cioè (tornando all’esempio citato), il perché in quel paziente si è cronicizzata la paura e si è allontanata, scissa dal piano della consapevolezza andando ad agire sul piano fisiologico. Queste osservazioni sono distinte dai meccanismi di base, cioè sul come si cronicizza la paura e come si produce una scissione tra i vari piani del Sé.

Questione centrale diviene individuare quali elementi, nel processo terapeutico possano essere considerati ripetibili, costanti, comunicabili scientificamente. In ogni processo terapeutico esistono una serie di fenomeni che possono essere rilevati da chiunque sia lì ad osservare o sia il terapeuta.

Ad es. un moto di ostilità, anche se inconscia, è visibile, ed è costituito da un insieme di elementi e di segni concreti, segnali oggettivi di ostilità su un qualsivoglia piano del Sé (espressione del viso, tono di voce, gesti e movimenti inconsapevoli di attacco, ecc.) dai quali non si può prescindere.

L’irripetibile è sicuramente il tessuto di ogni vicenda relazionale ma in tutte le vicende esistono e si ritrovano elementi costanti. Questi elementi sono tanto più marcati ed evidenti quanto più la psicoterapia procede verso gli obiettivi e le conclusioni previsti dal modello terapeutico.

Si possono individuare due diversi piani, quindi. Il piano dell’unicità di ogni storia, di ogni paziente, nel quale si ritrovano le differenze delle esperienze di vita; quello che il Neo Funzionalismo definisce il piano della narrazione storica. L’altro, nel quale andrebbero posti i criteri di verifica, è il piano della comunicabilità e della ripetibilità, il piano della narrazione scientifica.

La scientificità in psicoterapia non è però da cogliere in rapporti stretti di causa-effetto: non si può collegare interamente l’agire del terapeuta a ciò che accade al paziente.

Lo studio del percorso terapeutico con la metodologia Funzionale ha individuato momenti differenziati e sequenze di situazioni, Fasi, che si ripetono costantemente in ogni iter terapeutico: un inizio caratterizzato da vissuti molto intensi; un tipico periodo di forte opposizione; una fase di profonda regressione; il ritorno di vecchi sintomi infantili e adolescenziali; un trasformarsi del modo in cui si percepisce il terapeuta, una fase finale che caratterizza l’autonomia, il recupero di capacità, il benessere di fondo del paziente.

Ha individuato, inoltre, determinati eventi che regolarmente si presentano in tutte le terapie a prescindere sia dal paziente sia dal terapeuta; che possono essere considerati criteri di valutazione e di verifica del processo psicoterapeutico, che prescindono il particolare modello clinico. Il lavoro di ricerca di fasi della terapia ed eventi regolari sono oggetti di ricerca del Neo-Funzionalismo.

Si è anche costruita una tabella delle regolarità.

Le implicazioni di tali ricerche sono molteplici:

– sul piano teorico riguarda la questione della scientificità del lavoro psicoterapeutico creando una possibilità di confronto fra modelli di psicoterapia diversi fra loro attraverso percorsi comuni, ad esempio la ricerca delle regolarità;

– sul piano clinico si collega alla possibilità di aumentare la consapevolezza dei terapeuti rispetto al proprio lavoro, di aiutarli a pensare e progettare la propria pratica per renderla più efficace;

– sul piano sociale la possibilità di valutare il lavoro terapeutico apre la psicologia clinica alla possibilità di assumere un ruolo ben più credibile di quanto a tutt’oggi ancora non avvenga.

3.Teoria e teoria della tecnica

Uno dei problemi più attuali nel campo della psicologia consiste nella difficoltà epistemologica a definire i sistemi teorici generali che informano ed inquadrano l’intero procedere della ricerca e delle modalità di applicazione dei risultati.

Nonostante filosofia ed epistemologia stiano ancora discutendo su uno statuto generale, valido per le scienze umane e per il loro procedere, una certezza resta nell’assunto ipotetico-deduttivo: costruire sistemi teorici generali su alcune ipotesi di base da verificare attraverso un criterio di congruenza interna e una serie di riprove sperimentali. Anche in psicologia clinica nonostante le differenti concezioni che possono essere date ai termini di verifica e di sperimentazione e l’importanza fondante della relazione, uno dei punti irrinunciabili per la validità dei sistemi e paradigmi rimane l’esistenza di un quadro teorico generale, basato su ipotesi ben specifiche riguardanti la teoria di personalità, e di un’ampia gamma di contesti, in cui questo quadro teorico si può applicare.

Inoltre il collegamento tra teoria e tecnica spesso è stato sottovalutato.

La validità di un modello presuppone un teoria valida di base e una valida teoria della tecnica.

Molto spesso vengono introdotti cambiamenti nelle tecniche senza considerare che ogni modifica incide sulla teoria di riferimento.

Appare fondamentale far riferimento non solo ad una valida e forte teoria di base ma anche ad una dettagliata teoria della tecnica.

4.Cambiamento epistemologico

Il Neo Funzionalismo si avvale, nella sua concezione dell’essere umano, di una serie di contributi delle scienze psicofisiologiche e neurofisiologiche sul funzionamento dell’essere umano (in particolare nel primo periodo di vita), di studi etologici, antropologici, di psicologia generale e sociale, relativi alle interazioni tra emozioni, percezioni, espressioni, reti gruppali, nei loro aspetti psichici e corporei. Dagli anni 80 tali studi e ricerche vanno ricollegandosi e integrandosi grazie ad una serie di momenti di confronto e di incontro, quali i Congressi del Movimento Europeo, del Movimento Internazionale, della Somatothèrapie francese, del Movimento di Napoli. Nasce la corrente europea facente capo alla Scuola napoletana, diretta dal Prof. Luciano Rispoli, che ha ideato e fondato il Modello Funzionale che vede l’essere umano non più come dualità psiche-soma ma come insieme complesso di numerosi processi funzionali a più livelli e su più piani.

La Psicoterapia Funzionale riprende inoltre una scuola di studi e di pensieri che ha radici evoluzioniste e al primo Funzionalismo.

Il Funzionalismo moderno si è sviluppato nell’intento di arrivare a costruire cornici teoriche per inquadrare in modo scientificamente nuovo il complesso campo delle relazioni corpo-mente. Ciò grazie anche ai risultati delle ricerche che si stavano realizzando negli anni ’90 sui processi di terapia da un lato e sullo sviluppo evolutivo del bambino dall’altra.

La matrice del pensiero Neo Funzionalista non va confusa con un settore di applicazione o con un ambito di intervento, e non si definisce per il fatto che con le tecniche cliniche si agisce anche sul corpo.

Il corpo è presente, in un modo o nell’altro, in ogni modello psicoterapeutico, da tempo si intensificano l’interesse, le tecniche e le metodologie che includono l’intervento sul corpo e su di esso si interviene in ogni caso anche se con differenti metodologie in numerosi approcci clinici compreso quello psichiatrico tradizionale, organicistico, attraverso le terapie farmacologiche.

Gran parte delle analisi relative alle componenti della personalità, ai vari piani di cui è composto il Sé nascono dall’osservazione della vita infantile. Anche l’unitarietà tra mentale e corporeo è ben evidente nei bambini prima che eventuali alterazioni siano intervenute, dovute a impatti negativi dell’ambiente.

La prospettiva Funzionale ha sistematizzato antiche e nuove conoscenze nel campo psicocorporeo, costruendo una teoria del Sé, che guarda all’insieme di tutti i processi psicocorporei, e che si basa su una teoria dello sviluppo che teorizza la loro presenza, anche se in forma più rudimentale, sin dall’inizio della vita.

Ciò permette di affrontare la prospettiva del paradigma della complessità senza dover rinunciare all’operatività, pur in presenza di un numero così elevato di elementi e di variabili. Si avvale di una cornice teorica che guarda contemporaneamente al dettaglio  e alla globalità una concezione multidimensionale, quindi.

Il corpo non è visto come ristretta fisicità ma permette di guardare a ciò che si è alterato attraverso tracce corporee, non solo come tracce mnesiche ma soprattutto memoria periferica.

La memoria corporea e le sue tracce sono esiti delle relazioni infantili, si possono osservare al di là dei soli ricordi del paziente ed intervenire direttamente su queste tracce, su questi esiti, per modificarli.

La psicoterapia diviene correttiva, una seconda possibilità per riattraversare esperienze di base fondamentali per lo sviluppo pieno ed armonico.

Cresce pertanto la necessità di essere rigorosi sulla scelta e le modalità di uso delle tecniche Funzionali per conseguire simili risultati, per perseguire l’obiettivo del recupero delle Esperienze Basilari del Sé, concetto base del Neo Funzionalismo.

5.Recupero in psicoterapia delle Esperienze Basilari del Sé

Il Neo Funzionalismo osserva, studia e teorizza quelle esperienze della vita del bambino che hanno un’importanza fondamentale, definite, da tale modello Esperienze di Base del Sé.

Durante l’infanzia se queste esperienze sono incoraggiate e attraversate con l’appoggio positivo dell’ambiente si consolidano e diventano capacità stabili. Sono esperienze che rendono possibile la soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali: le esperienze di Essere Tenuti e Contenuti, di Protezione, di Essere Presi e Portati, di Ricevere, di Essere Amati, di Essere Visti, Compresi e Apprezzati. Anche esperienze più attive come Prendere, Cambiare l’altro, Portare l’altro dalla propria parte, affrontare, Controllo (non solo duro ma anche morbido), Dare, Amare, Esplorare, Percepire, Benessere, Calma.

In terapia si possono ricostruire quelle Esperienze di Base del Sé che sono state carenti e non pienamente e positivamente attraversate. La conoscenza approfondita delle Esperienze di Base ci permette di capire dove e quali sono le alterazioni, quali Esperienze sono carenti, alterate, danneggiate. E questo ci offre linee guida precise nella cura e nell’intervento.

E tutto questo si può raggiungere agendo man mano sui vari piani Funzionali del Sé, riconnettendoli, recuperando e ricostruendo il tessuto lacerato, gli esiti delle antiche Esperienze Basilari.

Negli ultimi anni anche altri modelli teorici si sono indirizzati sull’idea che la terapia possa riparare carenze del sostegno antico, effetti di un insufficiente contenimento e di una non piena soddisfazione dei bisogni primari e fondamentali del Sé.

Una terapia che ripari antiche lacerazioni, come la psicoterapia Funzionale, non è semplicemente una terapia che fornisce esperienze gratificanti ma va a modificare direttamente modalità di funzionamento del soggetto. Non significa soddisfare desideri e bisogni che il paziente esprime in terapia ma di recuperare i bisogni primari, legati alle Esperienze di Base del Sé.

La psicoterapia Funzionale fornisce una possibilità di ricostruzione delle Esperienze Basilari, quelle esperienze indispensabili ad uno sviluppo armonico ed equilibrato del bambino, una sorta di seconda possibilità, nella quale il paziente può interrompere i suoi cortocircuiti, superare i suoi sintomi, recuperare le sue capacità e il suo benessere.

6.Collegamento tra Funzionamenti di Fondo e tecniche di terapia

Utilizzare le Esperienze di Base del Sé in terapia significa andare a incidere sui Funzionamenti a monte, quelli alla base dei vari comportamenti. Cioè se dobbiamo ricostruire la capacità di contatto, non andremo a rincorrere le varie possibili condizioni di contatto. Andremo ad intervenire sulla capacità di contatto. Si interviene sul nucleo profondo della persona.

Una conseguenza altrettanto importante si ha sulle tecniche terapeutiche.

Ricostruire il Funzionamento di base, modificando le tracce che gli eventi del passato hanno lasciato nei Funzionamenti di base dell’organismo fa sì che la terapia sia chiara nelle sue tecniche.

Le tecniche Funzionali permettono di intervenire non casualmente ma con precisione sulle Funzioni alterate, riconnettendo quelle scisse, ampliando quelle atrofizzate, mobilizzando quelle sclerotizzate così da recuperare le Esperienze alterate. All’intervento verbale e cognitivo si associano azioni terapeutiche sul piano delle percezioni, su quello muscolare (movimenti, massaggio), quello fisiologico (modificazioni del neurovegetativo, respirazione, ecc.), su quello emotivo. Nel modello Funzionale le tecniche sono direttamente connesse alle Esperienze di Base.

Non si muove il corpo tanto per muoverlo, il terapeuta ha l’obbligo di essere sempre consapevole degli effetti che si producono. Tutto quello che il terapeuta decide di fare o non fare influenza in modo decisivo il processo terapeutico. Questo non è nel senso di una relazione causa-effetto ma nel senso che tutte le tecniche vanno progettate con cura per mantenere una coerenza con la teoria generale e la teoria della tecnica da cui traggono origine.

E il tutto è teso a ricostruire, a restituire alla persona quell’armonia e benessere che erano venute meno.

7.Lo studio condotto: campione, strumenti e obiettivi

E’ stato utilizzato un campione di 10 casi clinici completati, eterogeneo per progetto terapeutico e per numero di sedute. Il campione è costituito da 3 maschi e 7 femmine di età variabile dai 21 ai 38 anni.

La ricerca è stata realizzata attraverso l’analisi di protocolli di osservazione di trattamenti psicoterapeutici redatti dagli stessi terapeuti.

Una prima analisi è consistita nel siglare tutte le regolarità emergenti dai casi esaminati e limitatamente alle seguenti tre, che possono essere considerate tra le più indicative sia di fasi diverse del processo terapeutico, sia di cambiamenti e risultati conseguiti.

Rispetto alla siglatura delle regolarità emergenti si è avuta conferma della presenza di tali eventi nei vari casi esaminati.

Rispetto alle tre regolarità esaminate l’autore riporta i risultati su tre casi a titolo esemplificativo

8.Regolarità: CO- R-B

-CO Cambiamento all’opposto, modificazione importante relativa soprattutto a fasi iniziali della terapia.

-R Recupero di capacità, cambiamento stabile che si dovrebbe riscontrare soprattutto nelle fasi centrali e finali.

-B Benessere, condizione di miglioramento che coinvolge l’intera persona, più di un miglioramento dei sintomi e che si presenta sia durante la seduta sia nella vita del paziente.

La ricerca, oltre all’individuazione di queste tre regolarità, ha inteso verificare in quali momenti dello svolgersi di una psicoterapia esse si presentassero con maggior frequenza, sia per ogni paziente, sia per tutti e 10 i casi, tanto da scandire delle vere e proprie fasi terapeutiche in un chiaro andamento evolutivo di trasformazione da una condizione iniziale.

Inoltre sono state analizzate tutte le Tecniche presenti nelle terapie dei soggetti costituenti il campione e sono state individuate relativamente alla presenza delle tre regolarità in oggetto sono state analizzate le tecniche eseguite nelle 4 sedute precedenti il verificarsi della regolarità in questione che hanno trovato corrispondenza nelle tecniche e delle sedute senza corrispondenza.

9.Risultati e analisi dei dati

Nel corso degli anni attraverso la lettura e l’analisi di “protocolli di terapia” di un certo numero di trattamenti condotti con psicoterapia Funzionale è emerso, come già detto in precedenza, che il processo terapeutico sia scandito da determinati eventi che si presentano regolarmente in tutti i casi clinici presi in esame, al di là di chi sia il paziente e chi il terapeuta, al di là delle ovvie differenze fra le singole storie e delle unicità di ogni vicenda terapeutica. Tali eventi possono essere considerati come caratteristici del processo terapeutico e costituire delle vere e proprie regolarità.

L’autore della ricerca si è occupato della rilevazione di tre specifiche regolarità, definite dal Modello Funzionale:
CO- Cambiamento all’opposto; nel percorso di terapia si verifica l’emergere di funzionamenti nuovi, il paziente va (temporaneamente) verso polarità opposte ai funzionamenti stereotipati e limitati che gli sono abituali.

R- Recupero di Capacità; recupero e sviluppo di potenzialità nella vita, e nelle relazioni. La persona riesce ad affrontare determinate situazioni o attività che non riusciva precedentemente.

B- Benessere; il paziente sperimenta situazioni d’intenso benessere in seduta e fuori. E’ una condizione più intensa di un rilassamento.

Tre condizioni, quindi, collegati ad effetti positivi della terapia, cambiamenti e risultati del processo terapeutico; regolarità che si presentano la prima in una fase iniziale della terapia le altre due nelle fasi finali.

Lo studio ha analizzato le quattro sedute precedenti l’emergere delle regolarità in questione e le tecniche utilizzate in esse per verificare l’ipotesi che l’emergere della regolarità sia collegata al lavoro realizzato in terapia nel periodo immediatamente precedente, anche se il processo di cambiamento in terapia avviene come in un condensarsi di effetti e miglioramenti che procedono gradualmente in tutto il percorso. Ciononostante non va escluso che un intensificarsi di tecniche relative ad una determinata Esperienza di base si verifichi in una fase precisa di terapia e favorisca il realizzarsi finale del cambiamento collegato alla regolarità.

I dati che si possono ricavare da questa analisi non sono di tipo quantitativo ma possono comunque descrivere l’importanza di determinate tecniche rispetto a determinati cambiamenti.

Sui 10 casi del campione sono state cercate, individuate e siglate tutte le regolarità; per le sole regolarità CO, R, B, si è fatta indagine, in questo studio, di collegamento tra tecniche ed emergere della regolarità specifica.

Si sono anche calcolati i quartili in cui esse emergevano per quel paziente e i quartili su tutti i casi. Analizzando questo andamento la regolarità CO è più presente nelle fasi iniziali e centrali della terapia ma diminuisce molto nell’ultimo quartile.

Il Recupero di capacità è invece regolarmente crescente dal primo quartile all’ultimo.

Il Benessere, condizione di fondo della persona, si presenta soprattutto a partire dal secondo quartile e rimane presente, leggermente in crescita, nel terzo e nel quarto.

10.Collegamenti miglioramenti e tecniche: risultati su tre casi clinici denominai con le sigle
L27 – G32 – G35

10 a. Regolarità CO

Il progetto terapeutico del paziente L27, caso del 1998, prevede un recupero della Forza-Calma, di Apertura verso le relazioni, sensazioni piacevoli, della Consistenza per saper affrontare l’altro, dell’Autonomia, non essere dipendente e arrendersi, della Calma e del Benessere. Soffre di ansia e note depressive. Soffre di dolori perché trattiene dentro, si lavorerà sul Lasciare e sul Benessere.

Riguardo la regolarità CO nelle sedute 10 e 11 presenta i primi cambiamenti all’opposto sul reagire e non subire in soggetto con una rabbia trattenuta per paura.

Gran parte del lavoro svolto nelle sedute precedenti sono tecniche di Assertività “Colpi con le braccia, con bacino e gambe”, di Allentamento e buttare via “Braccia a lanciare” che facilita un non trattenere dentro. Nelle sedute 14 e 15 il cambiamento si presenta, non tanto come rabbia ma come energia e saper affrontare l’altro. Si verifica la presenza di tecniche direzionate all’altro, tecniche per recuperare Forza-Calma: “Spingere con le braccia e con le gambe”, “Spingere via dalla pancia”. In seduta 19 si presenta un cambiamento interessante, la presenza di dolore ma non connesso alla sensazione di essere aggredita. Oltre a lavoro sulla Forza, c’è la tecnica “testa all’ingiù” che rappresenta un “arrendersi” ma non un subire; massaggi alla schiena, alla pelvi, alle gambe che ammorbidiscono le sensazioni di essere esposto all’attacco. Significativa è la presenza della tecnica “Colpi sulle gambe” perché svuota dal colpo fisico la componente di essere attaccata fisicamente sostituendola con una piacevolezza nelle vibrazioni che si producono, in un allentamento muscolare.

Il paziente G 32 (2003) deve recuperare la Forza, l’Autonomia, l’Autostima per non rimandare senza risolvere,  e la capacità di vivere momenti piacevoli.

Per la regolarità CO in 20° seduta la paziente diventa finalmente battagliera, diversamente dal suo rimandare e dalla sua inerzia anche nel parlare. Nelle sedute che hanno preceduto il cambiamento tecniche di “Gragnole braccia e gambe” tecniche sulla Forza aperta che la rendono meno immobile.

In seduta 23 G. non accetta più il cerone con cui si copre il volto coperto di acne e vuole finalmente portare la sua faccia com’è. Hanno preceduto tecniche di apertura “Braccia ad aprire” e tecniche al fine di prendere cose buone per sé e determinazione, tecnica “Prendere con le braccia” buttando al contempo via quelle negative che la obbligavano a nascondere il viso con i suoi problemi, tecniche di Forza-Calma “Spingere con braccia e gambe” e “Spingere via dalla pancia”. Nelle due sedute successive un ulteriore passo avanti: la paziente ha una sensazione non più negativa del suo viso ed è spinta a prendersene cura mettendo creme cosmetiche per abbellirlo. Ritroviamo un “Tocco di sostegno” e la “Immaginazione guidata della statua” indirizzata ad un cambiamento positivo rispetto all’immagine di se stessa.

Il Paziente G 35 (1998) deve ritrovare l’Allentamento per superare ansia e tensione, la Calma, la capacità di reagire e uscire da uno stato depressivo in cui subisce. Soffre di ansia e depressione deve ritrovare Energia e Forza-Calma.

Già alla 8a seduta c’è voglia di dormire la mattina, mentre prima aveva difficoltà a dormire, specie la mattina. Un buon cambiamento all’opposto.

Si erano fatte tecniche di massaggi per togliere le rigidità alle spalle, tecniche per Lasciare “Braccia a lasciare” e la tecnica “Tenuti” che dà tranquillità, condizione importante per poter finalmente lasciarsi andare al sonno.

Alla 17 racconta che ha finalmente scatti di rabbia, totalmente differenti dalla sua precedente immobilità. Si era lavorato con “Scalcettare” per Allentamento del Controllo.

10b. Regolarità R

L27 in seduta 32 sta bene anche se mandata via di casa dalla madre.  Precedentemente ha lavorato sul benessere con massaggi, con tecniche per Lasciare e Aprirsi “Respiro a farfalla”, “Respiro e bacino”, “Ginocchioni”, “Bocca spalancata”, sul Benessere e sullo sciogliere la rabbia, “Tremiti”, per un abbassamento delle rigidità e del controllo.

In seduta 63 ha un recupero della capacita di addormentarsi tranquillamente. Spicca la presenza massiccia di massaggi che aiutano ad Allentare nelle sedute precedenti; massaggi in tutti i distretti e respirazione diaframmatica.

G32 Alla fine della seduta 25 in collegamento con la “Immaginazione della statua” (statua che alla fine danza leggera, nella luce, con balzi sempre più in alto e con una superficie del corpo divenuta luminosa), avverte il collegamento con le sue capacità di creare bellezza nel corso di disegno che sta seguendo.

Nella 29 c’è un recupero di autonomia: non accetta la casa offerta dai genitori nella città dove non vuole vivere. Si ritrovano tecniche di Forza calma e determinazione “Spingere con le braccia” e un importante momento di “Tocco di sostegno”.

In seduta 37 G. recupera una calma che le permette di vivere il viaggio in treno come un percorso tranquillo. Nel lavoro precedente alla seduta tecniche di apertura, di allentamento del controllo e anche intenso sostegno “Tocco di sostegno”, “Tenuti”.

Alla seduta 43 racconta che sa comunicare con precisione e chiarezza mentre prima era confusa e trattenuta. Nelle sedute precedenti molte tecniche sull’Allentare il controllo “Solletico”, “Schiacciati”, “Scalcettare”, “Testa dx-sx”. Un aiuto viene anche dall’aver aperto la voce e da un netto supporto che il Massaggio schiena produce.

G35 La seduta 26 vede G.35 molto più attivo sul lavoro a differenza della debolezza e apatia precedenti. E’ stato fatto un intenso lavoro sulla Forza e sull’energia, sull’assertività: “Spingere con le gambe, “Colpi decisi braccia e gambe”.

Seduta 44 ha affrontato il suo capo sul lavoro, con gli occhi alti e forza calma. Si ritrovano “Colpi decisi” realizzati con calma, movimenti e posture di consistenza tecnica “Fieri e maestosi” che aiuta ad affrontare.

10c. Regolarità B

L27 Alla fine della seduta 26 ritroviamo uno stato di benessere generale, superamento dei giramenti di testa, sensazioni di rilassamento, miglioramento del sonno. Nella stessa seduta e nelle precedenti molte tecniche di respiro e massaggi.

In seduta 27 migliorano i dolori, e nelle sedute precedenti c’è presenza di tecniche di Massaggi per allentare i dolori.

Seduta 30 vede L. che si sente rinvigorito. Le tecniche sono ancora sul benessere (come quelle delle sedute prima esaminate), con tecniche di Determinazione e Forza aperta e perdita di controllo (positiva) “Liberare le gambe trattenute” e “Spingere con le gambe” che danno un alto livello di energia.

Nella seduta 32 ci sono belle sensazioni, allentamento profondo e una sensazione finale di espansione del proprio corpo. Ritroviamo ancora massaggi e auto-massaggi, respiri, tremiti e crolli, “Gambe a lasciare”. In seduta 42 sensazioni di benessere, rilassamento, dovute a molti massaggi, a tecniche sull’Allentamento del Controllo: “Scodinzolo” “Occhi” “Sbadigli” “Sbatacchiati” “Ginocchioni”.

In seduta 58 una sensazione di grande pace a seguito del reiterarsi del lavoro precedentemente descritto.

G32 Alla 36 è commossa nel sentire sensazioni positive senza pensieri, vari massaggi. Successivamente percepisce sensazioni positive di allentamento anche fuori della seduta, la pelle non è avvertita più come una crosta. Oltre ai massaggi mostrano i loro effetti benefici l’apertura con “Braccia ad aprire”, tecniche di “Fremiti” che intensificano le sensazioni piacevoli e tecniche di Respiro diaframmatico. Nelle ultime sedute ha sentito più volte la sensazione di benessere collegata anche alla mano del terapeuta sul collo.

G35 in seduta 13 avverte benessere e rilassamento. Il lavoro precedente è costituito da molti massaggi e anche auto-massaggi, tecniche su respiro diaframmatico, della calma, e sul lasciare con “Tremiti” “Massaggio schiena”.

In seduta 20 racconta che fa più pause e comincia a godersi piccoli momenti e spazi. Aveva lavorato sul respiro diaframmatico, massaggi e “Gambe a lasciare”.

11.Conclusioni

Per esiguità di spazio non sono riportati i risultati sugli altri casi esaminati ma l’autore afferma che si sono riscontrati notevoli corrispondenze tra il lavoro fatto nel periodo precedente alla comparsa della regolarità e la regolarità stessa.

La congruenza è stata molto elevata con punteggio 58 di “congruenza” rispetto a punteggio 12 per “non congruenza”.

Inoltre come ci si aspettava la frequenza della regolarità CO è stata riscontrata nei primi due quartili per tutti i casi esaminati, mentre la frequenza della regolarità R si è riscontrata nei quartili 3 e 4 dello svolgimento di terapia, soprattutto nel quarto, la frequenza della regolarità B in crescendo dal primo al quarto quartile, come ci si aspettava.

Ovviamente il presente studio non è unico nell’ambito del modello Funzionale circa la verifica dei risultati in psicoterapia ma altri studi (precedenti e successivi) sono giunti a medesimi risultati e quindi il presente studio viene qui presentato a titolo esemplificativo.

I risultati di questo lavoro suggeriscono ulteriori spunti di studio e analisi sia al fine di continuare ad approfondire l’impostazione scientifica del Funzionalismo moderno come teoria e come prassi terapeutica sia nella possibilità di un dialogo tra modelli diversi.

Riassunto

Il NeoFunzionalismo affronta il problema della scientificità con studi sul processo terapeutico e verifica dei risultati. Condiviso che la relazione terapeuta/paziente è oggetto della psicologia clinica, si sono originati contrapposizioni soggettivismo-oggettivismo, sperimentalisti e sostenitori del metodo descrittivo. La relazione con il terapeuta, oggetto di ricerca, esiste al di fuori della soggettività dei due. Il focus diviene verificare come si producano gli effetti della terapia. Il problema della compresenza di dati soggettivi ed oggettivi si può bypassare facendo ricorso alla teoria della complessità. Il NeoFunzionalismo distingue il piano della narrazione storica, unico di ogni storia, quello della ripetibilità, narrazione scientifica.

Lo studio Funzionale della terapia ha individuato due costituenti, presenti in tutte le terapie: eventi, definiti regolarità, ripetibili, e Fasi della terapia.

Il NeoFunzionalismo, teoria del Sé, suo assioma l’unitarietà dell’organismo, agisce sui molteplici piani del Sé. Il corpo non considerato ristretta fisicità ma contiene tracce, esiti delle relazioni infantili, alterazioni. La psicoterapia Funzionale è correttiva, riattraversa Esperienze di Base, concetto base del NeoFunzionalismo.

Se nell’infanzia queste esperienze sono attraversate positivamente diventano capacità. Diversamente divengono alterazioni producendo sintomi

In terapia si ricostruiscono attraverso tecniche collegate alle Esperienze Basilari. Fondamentale la teoria della tecnica derivante dalla teoria generale. Nello studio presentato, per i casi esaminati, ricercate regolarità emergenti, per tre di esse, indicative di cambiamenti, valutato quanto fossero collegate alle tecniche utilizzate.

Si è avuta conferma nei vari casi della presenza di regolarità.

Rispetto alle tre regolarità esaminate si è dimostrata ampia corrispondenza tra tecniche adoperate ed effetti positivi della terapia.

Parole chiave: Analisi del processo terapeutico; Effetti della terapia; Valutazione dei risultati della psicoterapia; Psicoterapia Funzionale; Funzionamenti di fondo

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Bibliografia:

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Battacchi, M., (1986). Controllo interno ed esterno delle interpretazioni in P. Colamonico et al. Modelli psicologici e psicoterapia. Bulzoni, Roma

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Rispoli, L., (1996). Psicologia Funzionale del Sé Astrolabio, Milano

Rispoli, L., (2003). Il sorriso del corpo e i segreti dell’anima. Liguori

Rispoli, L., (2004). Esperienze di Base e Sviluppo del Sé. Milano, Franco Angeli.

Rispoli, L., (2011). Manuale della tecniche Funzionali. I° e II° vol.

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AUTHOR - Rosa Iannone

Psicologa e Psicoterapeuta Funzionale. Didatta Scuola Europea Psicoterapia Funzionale SEF. Vicepresidente SIF Soc. Italiana Psicoterapia Funzionale. Ha una lunga esperienza in attività clinica e in psicodiagnosi. Da anni si occupa delle patologie collegate allo stress cronico, nella comprensione, prevenzione e trattamento. Ha approfondito l'argomento attraverso studi, ricerche e partecipazione a congressi internazionali in cui è stata anche relatrice. Didatta di materie psicologiche e di psicoterapia. Riceve a Napoli e Foggia.